Il Casato

busto Baronessa DianaL’antichissima Casata dei Lupi o Lupis o de’ Lupis, la “Luporum Stirpe”,  ha origine franco-germanica e proviene dai marchesi di Soragna, passando poi a Giovinazzo, in Terra di Bari, dove fu ascritta a quel Patriziato fin dal secolo XII ed infine in Calabria e in Sicilia.

Roberto o Eberto, figlio di Guido I de Lupis, Marchese di Soragna nel 1198,  si trasferì in Puglia per la sua nomina a Giudice Imperiale, così come il figlio Simeone (n. nel 1170) ed il figlio di questi  Lupone (1210-1271), anch’essi Giudici Imperiali. Antonello di Pietro de Lupis, nel 1390 ebbe la regia familiarità del Re Ladislao e la famiglia venne iscritta tra le famiglie nobili di Molfetta sul Registro di Re Carlo I, qualificati già a quel tempo come antichissimi e “de genere mílitum, nobili antiquissimi, dei Nobili dell’antique famiglie nobili de Giovenazzo”. Lo storico F. Carabellese nella sua opera “La Puglia nel secolo XV, parte II” definisce i Lupis di Giovinazzo, accanto agli Spinelli, i Perrese, i Framarino e i Sasso, “tra le famiglie più doviziose e illustri non solo di Terra di Bari, ma di tutta la Puglia, che gareggiavano (…) nell’arringo civile ed economico del Rinascimento”.

Con Privilegio Imperiale dato a Vienna il 19 gennaio 1683, oggi conservato all’Archivio di Stato di Innsbruck, Leopoldo II d’Austria, Imperatore del Sacro Romano Impero, concesse ai Lupis e a tutti i discendenti e collaterali, il titolo di Conti Palatini dell’Ordine Superiore e Conti del Sacro Romano Impero (S.R.I), la “Nobiltà del seguito imperiale” e il cavalierato sempre del S.R.I sancendo anche in modo formale e definitivo (trattandosi di un atto pubblico ufficiale e non privato) la comune origine dei diversi rami della casata, ovvero di quello di Parma (Soragna) di Bergamo, di Padova (da cui venne la famiglia Lupis o Lupati), di Puglia (il ramo di Giovinazzo) e di Calabria (il ramo di Grotteria), con queste parole: “Nunc igitur considerantes pervetustam tuam Horati de Lupis familiam ex Nobili Germanorum sanguine natam et ab immemorabili tempore viros toga, sagis, et sacerdotiorum infulis conspicuos in diversis Italia locis, Parma, Roma, Apuliumq(ue) Calabria, videlicet Patavij et precipui Bergomi progenuit…”

Nel secolo XVI, da Giovinazzo un ramo si stabilì in Calabria a Grotteria (Reggio Calabria) ed un altro in Sicilia a Ragusa dove Paolo ebbe il feudo di Carrozziero presso Lentini. Il 23 ago. 1721 ebbero riconfermata la Nobiltà del Sacro Romano Impero. Dal fratello di questi, Vittorio, che fu il primo barone di Castania e Cuzzoghieri in territorio di Grotteria, discendono gli attuali rappresentanti.

Tra le personalità che diedero maggiore lustro e prestigio alla Casata vi sono senz’altro lo scrittore secentesco Antonio Lupis (1620-1701), autore assai prolifico, specialmente per la sua epoca. Pubblicò numerosi romanzi storici, che incontrarono un rilevante successo presso il pubblico. Grande amico del misterioso pittore Evaristo Baschenis e di Francesco Loredan, fu uno degli esponenti più in vista dell’Accademia degli Incogniti.

La nobiltà dei Lupis è stata riconosciuta tra gli altri anche dall’Ordine di Malta (SMOM) che ammise il loro quarto alle Prove di Nobiltà della nobile Donna Maria Teresa Scaglione, dama di Onore e Devozione, figlia di Giacomo e di Anna Lupis Crisafi.

Il casato è autorizzato a portare ed ereditare il cognome dei Principi Palermo, con relativo predicato nobiliare “di Santa Margherita”, e quello dei Duchi Macedonio, Duchi di Grottolella, Marchesi di Ruggiano, Oliveto etc., diritto riconosciuto con due sentenze di Stato, entrambe passate in giudicato, la prima del Ministero di Grazia e Giustizia e la seconda del Consiglio di Stato (Supremo Organo dello Stato Italiano in materia di Giurisprudenza civile), con sentenza del Consiglio di Stato n. 515 del 3 giugno 1997 e successivi decreti del Ministro di Grazia e Giustizia in data 11 febbraio 1998 e 5 febbraio 2000.

La famiglia Lupis è iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’ Associazione Storica della Nobiltà Italiana (ASNI).